Ultim’ora: L’ex stella della SS Lazio Francesco Acerbi è tornato…………………leggi di più.
Il difensore centrale dell’Inter, Francesco Acerbi, ha parlato del suo addio alla Lazio, spiegando di essersi sentito poco sostenuto dopo un errore commesso. Acerbi è passato in prestito ai Nerazzurri durante l’ultima finestra di mercato, con un’opzione di acquisto, ed è stato sollevato di separarsi dalla Lazio dopo che il rapporto con il club e i tifosi si era deteriorato.
Il 34enne ha precisato che la sua partenza non è stata causata dall’allenatore Maurizio Sarri, che stima molto, ma piuttosto da un episodio che è stato eccessivamente enfatizzato. Dopo aver segnato nella vittoria per 3-1 contro il Genoa a dicembre dello scorso anno, Acerbi aveva portato il dito indice alla bocca come gesto per “far tacere” i tifosi laziali che avevano fischiato la squadra nelle partite precedenti.
Nonostante le scuse di Acerbi per quel gesto, sembrava che il rapporto fosse ormai compromesso, poiché la Lazio non lo aveva difeso. “Partiamo dalla fine. Sarei rimasto a vita, altrimenti non avrei firmato per cinque anni. Ma alla fine sono stato io a voler andare via. E a giugno l’ho detto a Sarri, che voleva tenermi. Ero entusiasta del suo arrivo”, ha dichiarato Acerbi al Corriere dello Sport.
“E non ho nulla da dire sul suo valore come allenatore, anzi, è eccezionale, forte, e pensa al calcio 24 ore al giorno. Ma non mi sentivo adatto a quello che chiedeva a un difensore centrale. Volevo divertirmi, fare quello che mi piace in campo, ho bisogno di anticipare l’avversario, di leggere il gioco. Sarri, invece, ha il suo sistema e o fai questo o fai quello. Ma attenzione, ho sempre dato tutto, senza risparmiarmi mai.
“Anche i miei compagni hanno dato tutto, ma abbiamo faticato. E ci fischiavano. Dopo il gol contro il Genoa ho fatto il gesto del silenzio con il dito davanti alla bocca. Non è stato opportuno, così mi sono scusato. Ma non è bastato, in quel momento qualcosa si è rotto. Ho un carattere forte e mi importa di quello che faccio. Sarebbe stato più facile essere un menefreghista, ma non sono così. Nell’ultimo anno ho dovuto ingoiare molti bocconi amari.
“Ho commesso un errore, ma quello vale cinque rispetto ai 95 che ho dovuto sopportare. Ho continuato per la mia strada, mettendoci la faccia e non preoccupandomi di niente. E sono molto orgoglioso di questo. Altri, al mio posto, si sarebbero arresi molto prima. Mi aspettavo che il club mi difendesse, assolutamente. Si può sbagliare, ma il club deve proteggerti in pubblico, anche se ti critica in privato.”