Milano, 26 aprile 2025 — Un’ondata di commozione ha attraversato il mondo dello sport e non solo, alla notizia della scomparsa improvvisa di Alberto Zaccheroni, uno degli allenatori più iconici del calcio italiano e internazionale. Zaccheroni è stato trovato privo di vita questa mattina nella sua residenza a Cesenatico. Aveva 71 anni.

Le prime informazioni rilasciate dalla famiglia parlano di un malore improvviso durante la notte. Nonostante l’immediato intervento dei soccorsi, ogni tentativo di rianimazione è stato inutile. L’annuncio ufficiale è stato dato poche ore dopo, lasciando senza parole tifosi, ex giocatori e colleghi.
Zaccheroni era noto per la sua mente tattica brillante, la sua umiltà e il suo contributo decisivo al calcio moderno. Vincitore dello Scudetto con il Milan nella stagione 1998-1999 e protagonista in panchina con numerosi club italiani tra cui Lazio, Inter, Torino e Juventus, Zaccheroni ha lasciato un’impronta indelebile anche all’estero, in particolare alla guida della Nazionale giapponese, con cui vinse la Coppa d’Asia nel 2011.
Il mondo del calcio si è unito nel cordoglio. La FIGC ha annunciato un minuto di silenzio in tutti i campi della prossima giornata di campionato. Ex calciatori come Alessandro Del Piero, Keisuke Honda e Paolo Maldini hanno espresso il loro dolore sui social, definendo Zaccheroni “un maestro di calcio e di vita”.
“Con Alberto se ne va un uomo di grande visione e integrità,” ha dichiarato Arrigo Sacchi. “Ha sempre portato avanti le sue idee con coraggio e rispetto.”
Il suo approccio innovativo, tra i primi a puntare sul modulo 3-4-3 in Italia, è stato studiato e imitato in tutto il mondo. Ma oltre ai successi in campo, ciò che resta nel cuore di chi lo ha conosciuto è la sua umanità, la sua disponibilità e il suo modo gentile di insegnare, senza mai imporsi.
Nei prossimi giorni si terranno i funerali in forma privata, come richiesto dalla famiglia. Una cerimonia pubblica in sua memoria è in fase di organizzazione a Milano, città dove raggiunse il vertice della sua carriera.
Il calcio perde non solo un tecnico, ma un uomo che lo amava profondamente. E il mondo, oggi, lo piange.
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