Con infinito dolore e tra le lacrime, annunciamo la scomparsa dell’ex allenatore e giocatore Alberto Zaccheroni, venuto a mancare dopo un grave trauma cranico.
Con immenso dolore e con il cuore colmo di lacrime, oggi diamo notizia della scomparsa di Alberto Zaccheroni, ex giocatore e stimato allenatore di lungo corso, venuto a mancare in seguito a un grave trauma cranico riportato pochi giorni fa. La notizia, diffusa attraverso un comunicato ufficiale della sua famiglia, ha gettato nel lutto l’intero mondo del calcio italiano e internazionale, che perde una figura di riferimento e un uomo di grande umanità.
Zaccheroni, nato a Meldola il 1º aprile 1953, aveva 72 anni. La tragedia si è consumata all’alba di martedì 13 maggio, quando, durante una raccolta di documenti nella sua abitazione bolognese, ha subito una caduta accidentale battendo la testa. Subito soccorso, era stato ricoverato d’urgenza nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Maggiore di Bologna; nonostante gli sforzi dei medici, le lesioni si sono rivelate purtroppo troppo gravi. Alle 3:45 del mattino è spirato, assistito dai suoi cari, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo sportivo e in quanti gli volevano bene.
La carriera di Zaccheroni, da calciatore prima e soprattutto da allenatore poi, è costellata di traguardi memorabili. Centrocampista di modestissimo livello durante la sua breve esperienza da giocatore in serie C, il giovane Alberto decise presto di intraprendere la carriera di tecnico, affinando negli anni una filosofia di gioco innovativa e un approccio motivazionale che hanno fatto scuola. Dopo aver mosso i primi passi nelle giovanili di Bellaria e Venafro, guidò con successo diverse squadre di Serie C e Serie B, conquistando la promozione con il Venezia e guadagnandosi la fiducia di presidenti lungimiranti.
Il suo momento di massimo splendore arrivò nel 1999, quando, dalla panchina dell’Udinese, Alberto costruì una delle imprese più sorprendenti del calcio italiano: il terzo posto in campionato e l’accesso ai preliminari di Champions League, grazie a un 4-4-2 dinamico e spettacolare che mise in luce talenti come Antonio Di Natale e Martin Jørgensen. Proprio quell’esperienza lo lanciò verso la panchina del Milan, dove nella stagione 1998–1999 vinse lo scudetto con una squadra ricca di campioni del calibro di Andriy Ševčenko, Zvonimir Boban e Paolo Maldini.
A Milano, Zaccheroni fu elogiato per aver saputo rinnovare e ringiovanire una rosa già vincente, introducendo schemi offensivi e favorendo la crescita di giovani promesse. Il suo trionfo rimane ancora oggi l’ultimo scudetto vinto dal Milan sotto la guida di un allenatore italiano. In seguito, le sue avventure proseguirono sulle panchine di Lazio, Juventus, Inter e poi, a più riprese, con la nazionale giapponese, con cui raggiunse le semifinali di Coppa d’Asia nel 2011.
“Sono distrutto dall’apprendere della scomparsa di Alberto”, ha dichiarato in mattinata Paolo Maldini, storico capitano rossonero, contattato telefonicamente. “Lo ricorderò sempre come un uomo intelligente, umile e profondamente appassionato. Con lui ho vissuto uno dei momenti più belli della mia carriera: il titolo del ’99, che resterà indelebile nei nostri cuori”. Parole di profonda commozione anche da parte di Antonio Di Natale, che, in un post sui social ufficiali dell’Udinese, ha scritto: “Grazie di tutto, mister. Sei stato un maestro di calcio e di vita. Riposa in pace”.
Il cordoglio del mondo sportivo si è esteso immediatamente anche all’estero. Il presidente della Federcalcio giapponese, Jun Tajiri, ha espresso il proprio shock e la propria tristezza: “Con Alberto abbiamo condiviso anni indimenticabili. La sua dedizione e la sua visione tattica hanno lasciato un segno indelebile nel calcio nipponico. Sentite condoglianze alla famiglia e a tutti i suoi cari”. Anche i principali club di Serie A hanno dedicato un minuto di silenzio prima delle gare di ieri, e gli ultras del Milan hanno affisso striscioni in memoria del tecnico: “Onore a chi ci ha fatto sognare”.
Oltre ai successi in panchina, Zaccheroni era noto per il suo carattere pacato e riservato, ma sempre disponibile con i media e con i tifosi. Amava raccontare aneddoti sui suoi calciatori, sottolineando come, per lui, il rispetto e la stima reciproca fossero valori imprescindibili. La famiglia, composta dalla moglie Maria e dai figli Marco e Giulia, ha chiesto privacy in questo momento di grande dolore, ringraziando chiunque abbia voluto esprimere vicinanza e affetto.
I funerali avranno luogo venerdì 16 maggio, nella chiesa di Santa Caterina a Meldola, il paese natale del tecnico, dove la comunità si sta già mobilitando per organizzare un omaggio che ricordi il legame profondo di Zaccheroni con la terra d’origine. Un corteo silenzioso e una lunga sfilata di fotografie che ripercorreranno i momenti salienti della sua vita sportiva e privata.
In tutto il panorama calcistico rimarrà viva la memoria di un uomo che ha saputo trasformare le difficoltà in opportunità, reinventando le proprie squadre con coraggio e determinazione. Alberto Zaccheroni ha trasmesso a generazioni di calciatori e allenatori la convinzione che il gioco sia innanzitutto passione, sacrificio e solidarietà di gruppo. La sua eredità sportiva continuerà a ispirare chiunque desideri intraprendere la strada del calcio.
Con la sua scomparsa, perdiamo un maestro di tattica, un innovatore e un ottimo comunicatore, capace di unire tecnicismi e sensibilità umane. Il vuoto che lascia è incolmabile, ma il suo esempio rimarrà per sempre scolpito nella storia del calcio italiano. Addio, mister Zaccheroni: le tue gesta e il tuo spirito vivranno per sempre nei nostri cuori e nelle future generazioni di appassionati.