Gabriele Gravina Sfida FIGC e UEFA: Il Direttore Sportivo Replica Senza Mezzi Termini alla Condotta dell’Arbitro, la Sua Sanzione Scatena il Dibattito

Gabriele Gravina Sfida FIGC e UEFA: Il Direttore Sportivo Replica Senza Mezzi Termini alla Condotta dell’Arbitro, la Sua Sanzione Scatena il Dibattito

 

Roma, 14 maggio 2025 – Un vero e proprio terremoto ha scosso ieri il mondo del calcio italiano ed europeo, quando Gabriele Gravina, presidente della FIGC nonché forte voce critica nei confronti di errori arbitrali considerati “intollerabili”, ha rilasciato dichiarazioni al vetriolo a margine di una conferenza stampa convocata d’urgenza presso la sede federale. Il motivo? Il controverso arbitraggio dell’incontro di Coppa Italia tra Napoli e Milan, che ha portato a un’ondata di proteste e a un’iniziativa senza precedenti da parte della stessa FIGC contro uno dei suoi uomini in campo.

 

 

Il contesto: l’arbitraggio al centro delle polemiche

 

Lo scorso martedì, allo Stadio Diego Armando Maradona, un evidente errore di valutazione – ritenuto decisivo – ha sancito l’eliminazione del Milan dalla Coppa Italia. Al 78’ minuto, l’arbitro internazionale Claudio Ferrero ha negato un rigore netto a favore dei rossoneri, suscitando l’ira dei giocatori, dello staff tecnico e dei tifosi milanisti. Ma la decisione più clamorosa è giunta in chiusura di gara, quando Ferrero, in seguito a un consulto VAR dall’esito sorprendentemente rapido, ha convalidato un gol in fuorigioco per i partenopei, nonostante le immagini televisive avessero chiaramente mostrato il contrario.

 

 

Le parole di Gravina: “Oltre ogni limite”

 

«Non possiamo più tollerare simili sviste», ha tuonato Gabriele Gravina. «Sto parlando non della classica “svista umana”, ma di una leggerezza che mette a rischio l’integrità stessa della competizione. La Coppa Italia – ha proseguito Gravina – è un patrimonio di tutti i tifosi e di tutto il movimento. Se un episodio come quello di martedì non verrà sanzionato con la massima severità, perderemo credibilità».

 

Il presidente FIGC ha poi annunciato l’apertura di un procedimento disciplinare interno nei confronti dell’arbitro Ferrero, evidenziando che la Procura Arbitrale Federale «sta già acquisendo tutti i referti, i video e le relazioni del VAR per valutare eventuali responsabilità disciplinari». A detta di Gravina, non basteranno i classici richiami formali: «Stiamo valutando sospensioni e, se necessario, la radiazione temporanea; non esistono zone franche».

 

 

La reazione della UEFA: equilibrio tra indipendenza e ordine

 

Pochi minuti dopo la conferenza di Gravina, è giunta la replica della UEFA attraverso un comunicato ufficiale dell’unità “Integrity and Refereeing”, la quale ha sottolineato la propria «piena fiducia nel processo di selezione e nella professionalità degli arbitri internazionali». Tuttavia, in un passaggio non poco sibillino, Bruxelles ha aggiunto che «qualsiasi iniziativa disciplinare deve rispettare i principi di indipendenza e di giusto processo previsti dai regolamenti europei».

 

Questa presa di posizione testimonia un doppio messaggio: da un lato, il massimo organismo continentale ribadisce il diritto delle federazioni nazionali a vigilare sulla correttezza arbitrale; dall’altro, ricorda che l’azione di FIGC non può scavalcare le competenze della Commissione Arbitrale UEFA, responsabile delle designazioni e dei giudizi sugli arbitri internazionali.

 

 

Tifosi e addetti ai lavori: un coro di approvazione e timori

 

Nei forum online e sui social network, la comunità dei tifosi rossoneri e non solo ha accolto con favore le parole di Gravina. Molti commenti invocano «leggi più severe», «trasparenza nei criteri di scelta» e «possible ritorno alle sperimentazioni con la tecnologia di rilevamento automatico del fuorigioco». Qualche voce più cauta, però, ammonisce: «Temo che una guerra tra federazioni e UEFA possa sfociare in ricorsi che paralizzino il campionato».

 

Anche tra gli addetti ai lavori – allenatori, ex arbitri e giornalisti sportivi – non manca chi teme per l’autonomia decisionale dei direttori di gara. «Un intervento così duro rischia di mettere gli arbitri sotto pressione, peggiorando la qualità delle loro prestazioni» ha commentato l’ex fischietto internazionale Paolo Bergonzi.

 

 

Le possibili sanzioni e i tempi della decisione

 

Secondo fonti interne alla FIGC, il procedimento disciplinare potrebbe concludersi entro la fine del mese di maggio. Le ipotesi di sanzione spaziano dalla sospensione di Ferrero per un numero significativo di partite di Serie A e di competizioni nazionali, fino al suo temporaneo svincolo dalle designazioni internazionali. Non è escluso, inoltre, che la Federazione decida di chiedere ufficialmente alla UEFA il ritiro delle designazioni europee per il fischietto in questione, una misura che, se attuata, costituirebbe un evento storico senza precedenti per il calcio italiano.

 

 

Implicazioni future: la tecnologia contro gli errori

 

Questo caso riapre con forza il dibattito sull’uso delle tecnologie di supporto agli arbitri. Da tempo si parla di implementare, oltre al VAR, sistemi di rilevamento del fuorigioco basati su intelligenza artificiale e sensori integrati nella divisa dei giocatori. «Se vogliamo ridurre al minimo le polemiche – ha concluso Gravina – dobbiamo guardare al futuro. La tecnologia non sostituirà mai il giudizio umano, ma può offrire un’ulteriore garanzia di certezza».

 

 

Conclusioni: una sfida per la credibilità del calcio

 

Il duro intervento di Gabriele Gravina segna un punto di svolta nella gestione delle controversie arbitrali in Italia. La FIGC ha lanciato un chiaro segnale di intransigenza, ma dovrà contemporaneamente confrontarsi con i vincoli regolamentari UEFA e con la necessità di tutelare l’autonomia degli arbitri. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se questo scontro istituzionale potrà davvero tradursi in un miglioramento concreto dell’efficienza e della trasparenza del sistema, o se, al contrario, rischierà di aprire una ferita insanabile tra il calcio di casa nostra e le autorità continentali. Qualunque sia l’esito, una cosa è certa: l’Italia del pallone nonpotrà più voltarsi dall’altra parte.

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