May 23, 2025
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Il calcio in lutto: è scomparso improvvisamente Gabriele Gravina – addio a un vero “maestro della panchina”

 

**Roma, 20 maggio 2025** – Un’ombra si è posata sul mondo del calcio italiano: Gabriele Gravina, presidente della FIGC e figura di riferimento per l’intero movimento, si è spento nella notte a causa di un improvviso malore. La notizia, confermata dalla stessa Federazione Italiana Giuoco Calcio attraverso un comunicato ufficiale, ha gettato nello sgomento giocatori, dirigenti, tifosi e addetti ai lavori.

 

 

Il cordoglio della FIGC e i primi riscontri

 

«In questo momento di profonda tristezza – si legge nella nota FIGC – porgiamo le più sentite condoglianze alla famiglia di Gabriele Gravina. La sua guida, la sua visione strategica e il suo costante impegno per il bene del calcio italiano resteranno un imperituro esempio per tutti noi». Immediato anche il ricordo di Gabriele Lucci, segretario generale della Federazione: «Gravina era un uomo di profonda cultura calcistica e di grande umanità. È stato il nostro faro nei momenti di difficoltà e ha saputo innovare con equilibrio e lungimiranza».

 

 

Dal magistrato al vertice del calcio italiano

 

Nato a Castellana Grotte il 19 luglio 1957, Gabriele Gravina si era laureato in Giurisprudenza a Bari prima di intraprendere la carriera di magistrato. La passione per il pallone lo portò però presto a occuparsi di diritto sportivo, fino a diventare componente del Tribunale Nazionale Antidoping e presidente della Lega Pro nel 2015. Nel 2018 fu eletto alla presidenza della FIGC con un ampio consenso, grazie al suo progetto di rinnovamento: dalla riqualificazione dei campionati minori alla promozione delle strutture federali, dal potenziamento del settore giovanile al sostegno alle infrastrutture d’avanguardia, ricordate soprattutto in vista di Euro 2026.

 

 

I traguardi e le sfide affrontate

 

Durante il suo mandato, Gravina ha portato a compimento riforme che hanno lasciato il segno:

 

1. **Riorganizzazione dei campionati di Serie C**, con un format più equilibrato e trasparente.

2. **Promozione del ‘Progetto Giovani’**, volto a garantire un numero minimo di Under 23 in rosa per ogni club professionistico.

3. **Eliminazione delle penalizzazioni per debiti fiscali**, accompagnata da un piano di rateizzazione più flessibile.

4. **Digitalizzazione delle procedure federali**, con l’introduzione della tessera elettronica e della piattaforma unica per le licenze internazionali.

5. **Sicurezza negli stadi**, grazie all’accordo con le forze dell’ordine e alle nuove linee guida per i tornelli e i sistemi di videosorveglianza.

 

Non meno importanti, le iniziative di dialogo con UEFA e FIFA hanno portato l’Italia a ospitare grandi eventi internazionali, rafforzando l’immagine del nostro calcio a livello globale.

 

 

Il “maestro della panchina”

 

Definito più volte “maestro della panchina” — non per la carriera da allenatore, bensì per la sua capacità di far dialogare gli attori del sistema – Gravina era stimato per la sua fermezza nei principi e per lo stile sempre pacato. Si ricordano i numerosi confronti con i presidenti di club, in particolare dopo la crisi legata alla pandemia, quando seppe mediare tra interessi economici e sicurezza sanitaria. Era anche protagonista di interviste misurate, senza retorica di maniera, mai banali, in cui mostrava competenza e passione autentica.

 

 

Reazioni dal mondo del calcio

 

Le prime reazioni sono giunte da giornalisti, dirigenti e ex calciatori. Carlo Tavecchio, ex presidente FIGC, ha definito Gravina «un campione di stile e di concretezza», mentre Arrigo Sacchi ha ricordato la sua “attitudine al dialogo e la capacità di far crescere il movimento calcistico”. Da Firenze, la Fiorentina ha esposto uno striscione davanti al Franchi con la scritta: “Grazie Presidente, resterai per sempre nei nostri cuori”. Nei social, l’hashtag #AddioGravina ha iniziato a trending, accompagnato da foto di abbracci, strette di mano e sorrisi immortalati in tanti appuntamenti ufficiali.

 

 

L’eredità e il futuro del calcio italiano

 

L’improvvisa scomparsa di Gravina lascia un vuoto istituzionale e affettivo che sarà difficile colmare. La FIGC ha già convocato il Consiglio Federale straordinario per avviare le procedure di nomina del successore. Al centro del dibattito, non solo la figura di chi guiderà la Federazione fino al termine del mandato, ma anche la prosecuzione dei progetti di riforma avviati in questi anni.

 

 

Conclusioni

 

Gabriele Gravina lascia un’eredità significativa: il rispetto per le regole, l’attenzione ai giovani, la capacità di far dialogare calcio professionistico e dilettantistico, l’innovazione nella gestione amministrativa. Oggi il calcio italiano perde un uomo che aveva saputo unire competenza tecnica e sensibilità sociale, un “maestro della panchina” la cui lezione rimarrà viva nelle stanze della Federazione e nei campi di gioco di tutta la Penisola. Addio, Gabriele:il tuo esempio continuerà a guidarci.

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