
Tristezza infinita e lacrime a dirotto: è venuto a mancare l’ex tecnico e calciatore Alberto Zaccheroni
Con profonda commozione il mondo del calcio italiano e internazionale apprende la notizia della scomparsa di Alberto Zaccheroni, ex allenatore e calciatore, spentosi questa mattina a Milano all’età di 72 anni a causa di complicazioni sopraggiunte in seguito a un improvviso malore cardiaco. La notizia ha gettato nello sconforto tifosi, colleghi e appassionati, che ricordano Zaccheroni non solo per i suoi trionfi in panchina, ma anche per la passione e l’eleganza con cui ha sempre vissuto il mondo del pallone.
Un destino tragico e inaspettato
Zaccheroni, nato il 1º agosto 1953 a Meldola, in provincia di Forlì-Cesena, aveva da poco concluso una visita di controllo cardiologico presso una struttura milanese quando è stato colpito da un malore improvviso che non gli ha lasciato scampo. Nonostante l’immediato intervento dei medici, le gravi complicazioni hanno avuto la meglio, portando alla fine prematura di una figura che ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio moderno.
L’annuncio ufficiale e le prime reazioni
Alle ore 10:45 il comunicato ufficiale della famiglia Zaccheroni è stato diramato attraverso i canali social: «È con immenso dolore che annunciamo la scomparsa di Alberto, affetto da un devastante malore che lo ha strappato a noi questa mattina. La famiglia chiede rispetto per il proprio dolore in questo momento così difficile». In breve tempo, la notizia ha fatto il giro d’Italia e del mondo: presidenti di società, ex calciatori e colleghi di panchina hanno espresso il loro cordoglio e la loro gratitudine per l’uomo e il professionista che Alberto è stato.
Il ricordo dei protagonisti
Gian Piero Gasperini, suo storico avversario e amico, ha commentato: «Alberto ha sempre portato con sé un’eleganza unica, in campo e fuori. La sua visione tattica era rivoluzionaria e ha influenzato tutti noi allenatori della sua generazione. È una perdita enorme». Anche Arrigo Sacchi, maestro di molti tecnici italiani, ha voluto ricordarlo: «Con Zaccheroni condividevamo la stessa passione per il calcio offensivo e la cura del dettaglio. La sua umanità e la sua ironia mancheranno a tutti».
Una carriera da calciatore e l’inesauribile passione per il pallone
Prima di intraprendere la carriera da allenatore, Zaccheroni aveva calcato i campi come centrocampista, vestendo le maglie di squadre come il Cesena, il Vicenza e il Pescara. Pur non raggiungendo i vertici da giocatore, sviluppò presto una profonda conoscenza tattica che lo spinse a intraprendere il percorso da allenatore giovanissimo, a soli 28 anni.
L’ascesa sulle panchine italiane
Il debutto in Serie A arriva nel 1995 sulla panchina del Venezia, ma il grande successo giunge con il Bologna, società che Zaccheroni guida dal 1998 al 2001, portando i rossoblù a un sorprendente quinto posto nel campionato 1998–1999 e conquistando la qualificazione alla Champions League, impresa allora storica per il club emiliano.
Proprio l’esperienza con il Bologna inaugura il periodo di gloria per Zaccheroni in Italia: dal 2001 al 2003 guida il Milan, ereditando una squadra ferita dopo gli anni di Capello. Nonostante alcune critiche iniziali, il tecnico romagnolo centra la vittoria dello scudetto nel 2003, grazie a un gioco solido e propositivo, chiudendo la stagione con 72 punti in classifica.
Emozioni internazionali e la Nazionale giapponese
Dopo una parentesi meno fortunata alla Lazio nel 2005–2006, Zaccheroni si riciclò come allenatore della nazionale giapponese dal 2010 al 2014, portando i Samurai Blu ai quarti di finale nella Coppa d’Asia e qualificandoli al Mondiale 2014 in Brasile. La sua capacità di adattarsi a contesti culturali diversi e di motivare i propri giocatori fu apprezzata dal pubblico asiatico, che lo considerò una vera icona del calcio moderno.
Ultimi incarichi e dedizione al calcio
Negli ultimi anni, Zaccheroni aveva accettato l’esperienza in Arabia Saudita con l’Al-Ain e con la Nazionale dell’Arabia Saudita, cercando di esportare il proprio metodo di lavoro anche in contesti emergenti. Proprio qui, nel 2022, aveva sfiorato la qualificazione al secondo turno della Coppa d’Asia, mostrando ancora una volta la sua straordinaria capacità di creare squadre competitive in tempi ristretti.
Un’eredità indelebile
Oltre ai trofei e ai piazzamenti prestigiosi, l’eredità di Zaccheroni si misura nella moltitudine di allenatori che ha ispirato e nella curiosità tattica che ha instillato in tutti gli appassionati. La sua versione del 3-4-3, basata sulla forza degli esterni e sulla libertà di movimento degli attaccanti, è ancora studiata nelle scuole di calcio.
I funerali e le commemorazioni
La cerimonia funebre di Alberto Zaccheroni si terrà domani, 12 maggio, nella chiesa di Sant’Ambrogio a Milano, alle ore 15:00. Saranno presenti le massime autorità del calcio italiano, dirigenti, allenatori, ex giocatori e tifosi, per dare l’ultimo saluto a colui che ha dato tanto al calcio. In molti organizzeranno cortei e momenti di raccoglimento davanti agli stadi che più hanno segnato la sua carriera: dallo Stadio Renato Dall’Ara di Bologna al Meazza di Milano.
Lacrime e applausi per un uomo di calcio
In questi minuti, sui social network e nei bar davanti alla televisione, tifosi di tutte le squadre sono uniti dal cordoglio, ricordando le interviste di Zaccheroni pronte a sfoderare una battuta ironica, oppure le sue conferenze stampa sempre cariche di analisi lucide. “Era un signore del calcio”, “un gentiluomo”, “il mio primo vero idolo da allenatore”: queste sono solo alcune delle frasi che in queste ore riecheggiano sui media.
Il calcio senza Alberto Zaccheroni non sarà più lo stesso
Con la scomparsa di Alberto Zaccheroni, il pallone perde uno dei suoi grandi maestri, capace di unire rigore tattico e cuore pulsante. Mentre Milano si prepara a dargli l’ultimo saluto, l’Italia intera si stringe attorno alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Resta il suo insegnamento: il calcio, prima di tutto, è passione condivisa, entusiasmo per il gioco e rispetto per l’avversario. Addio, Maestro.